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    8 marzo, donne 2 volte più a rischio di depressione e ansia ma scontano disparità

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    (Adnkronos) – Ci sono marcate differenze di genere nei tassi di incidenza dei disturbi psichiatrici. Le donne presentano un'incidenza più elevata di disturbi depressivi, d'ansia, alimentari, di stress e bipolari tra i 10 e i 54 anni di età. Gli uomini, invece, sono maggiormente colpiti da autismo, disturbi dell'attenzione e iperattività e da uso di droghe nella fascia d'età 15-54 anni, oltre ai disturbi da alcol in età adulta. Tuttavia, in 10 anni di ricerche solo il 19% degli studi è stato progettato per individuare differenze di genere e appena il 5% ha considerato il sesso come variabile principale di analisi. "Una scarsa conoscenza delle differenze di genere che si traduce in una pesante disparità sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica", denunciano in vista dell'8 marzo Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia) e Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) Ets.  L'impatto dei problemi di salute mentale nelle donne e la persistente sottovalutazione delle differenze biologiche e sociali di genere nella ricerca scientifica sul tema sono stati documentati da 2 studi internazionali di riferimento: uno recentemente pubblicato su 'The Lancet', che analizza i tassi di incidenza uomo-donna e la persistenza delle disuguaglianze nei disturbi psichiatrici, e un altro su 'Nature', che evidenzia come la ricerca continui a trascurare la variabile di genere nonostante l'aumento della consapevolezza su queste differenze. Un problema al centro del corso di formazione 'Colmare il divario sulla salute mentale della donna: affrontare le disuguaglianze nelle cure', organizzato oggi a Milano da Sinpf e Fondazione Onda. All'evento sono intervenuti per i saluti istituzionali anche Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia, e Francesco Caroli, coordinatore nazionale Rete Città sane dell'Organizzazione mondiale della sanità. "Anche quest'anno festeggiamo la Festa della donna accendendo i fari sulla salute mentale, mettendo in luce una problematica che per essere affrontata necessita un approccio olistico e mirato – afferma Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda – Ampliamento dei servizi, riduzione dei costi per facilitare l'accesso alle cure, sviluppo della telepsichiatria, supporto alle vittime di violenza, sono tra le strategie da implementare. Occorre puntare sulla promozione di politiche inclusive per creare un sistema più equo per la salute mentale delle donne al fine di superare le diseguaglianze nelle cure". I co-presidenti della Sinpf, Matteo Balestrieri e Claudio Mencacci, rilevano "disuguaglianze di genere nel campo della salute mentale che sono evidenti sia a livello globale sia in Italia, con le donne che ne pagano il prezzo più alto. Non solo perché la popolazione femminile è più vulnerabile rispetto ad alcune problematiche neuropsichiatriche, ma anche perché la scarsa conoscenza delle differenze di genere si traduce in una pesante disparità sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica". Lo studio su Lancet, condotto dall'Institute for Environmental Medicine (Imm) del Karolinska Institute, ha indagato sulle differenze di genere nell'incidenza dei disturbi psichiatrici analizzando un campione di oltre 4,8 milioni di donne e altrettanti uomini, nati e residenti in Svezia tra il 2003 e il 2019. "Ha dimostrato come gli uomini presentino un tasso di incidenza più elevato di disturbi psichiatrici nell'infanzia (5-9 anni) – sottolineano gli esperti – mentre nelle donne la prevalenza aumenta nell'adolescenza (15-19 anni) e permane elevata fino ai 54 anni. Secondo i risultati, le donne tra i 10 e i 54 anni presentano un'incidenza significativamente più elevata di disturbi depressivi, d'ansia, alimentari, stress e bipolari. Gli uomini tra i 15 e i 54 anni hanno una maggiore incidenza di disturbi da uso di droghe e deficit di attenzione, oltre a un'incidenza più elevata di abuso di alcol in età adulta". Lo studio su Nature, dell'Università della British Columbia, ha analizzato 10 anni di ricerca (2009-2019) evidenziando un grave ritardo nella considerazione del genere negli studi scientifici. Emerge appunto che meno di 1 studio analizzato su 5 era stato progettato per individuare differenze di genere e che solo il 5% ha effettivamente utilizzato il sesso come variabile d'analisi.  "Questi numeri parlano chiaro – commentano Mencacci e Balestrieri – e sottolineano l'importanza di adottare strategie di prevenzione e screening basate sul genere, a cui dovrebbero seguire interventi mirati a gruppi di età specifici. E' evidente che i progressi finora non sono stati sufficienti per affrontare l'importanza delle differenze di genere nella ricerca sulle malattie neurologiche e psichiatriche. Serve un maggiore sforzo, un'alleanza strategica all'interno della comunità scientifica e con le istituzioni, per colmare questo divario che vede troppo spesso le donne in enorme svantaggio". Al corso si è parlato anche di altri temi come le dipendenze comportamentali e tecnologiche, comportamenti autolesionistici, insonnia, disturbi del ciclo riproduttivo e violenza di genere.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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