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Iperglicemia, aumento di peso e persino la voglia di alcool. L'antidiabete dimagrante semaglutide ha recentemente attirato l'attenzione per la sua efficacia su questi fronti diversi. Un nuovo studio clinico, co-diretto dall'endocrinologo ed esperto di diabete John Buse, e dal cardiologo interventista Matthew Cavender, della University of North Carolina School of Medicine, si è concentrato sulla versione orale del farmaco (diventato popolare nella forma iniettabile con le 'penne' pre-riempite), dimostrando che può ridurre significativamente gli eventi cardiovascolari nelle persone con diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari aterosclerotiche e/o malattie renali croniche. "Gli attacchi cardiaci e gli ictus sono tra le complicanze più comuni e devastanti del diabete", ha affermato Buse, che è il Direttore dell'Unc Diabetes Care Center. "Semaglutide è stato un pilastro dei nostri sforzi per ridurre gli attacchi cardiaci e gli ictus nelle persone con diabete. Avere un'opzione orale per somministrare questa terapia altamente efficace è un grande passo avanti". I risultati dell'ampio studio internazionale sono stati pubblicati sul 'New England Journal of Medicine' e presentati all'annuale sessione scientifica ed expo dell'American College of Cardiology (Acc) a Chicago, Illinois. Il trial (battezzato Soul) ha reclutato 9.650 persone con una malattia cardiovascolare preesistente, come coronaropatia, malattia arteriosa periferica sintomatica, malattia cerebrovascolare o malattia renale cronica. Il trial è stato sponsorizzato e finanziato dall'azienda farmaceutica Novo Nordisk. I partecipanti sono stati divisi in un gruppo placebo (nessun farmaco) e un gruppo farmaco per vedere se chi assumeva semaglutide orale aveva più o meno probabilità di sperimentare eventi cardiaci maggiori. A entrambi i gruppi sono state somministrate terapie standard per abbassare la glicemia e ridurre il rischio cardiovascolare secondo le linee guida locali. Quelli nel gruppo farmacologico hanno assunto una dose giornaliera di 14 mg di semaglutide orale. I ricercatori hanno scoperto che il semaglutide orale ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari maggiori del 14% rispetto al placebo in base all'età e al sesso. Di tutti i tipi di eventi cardiaci maggiori studiati nello studio clinico, l'infarto miocardico non fatale ha visto le maggiori riduzioni del rischio. L'effetto del semaglutide orale sui risultati cardiovascolari è risultato coerente con altri studi clinici che hanno coinvolto il semaglutide iniettabile, ma sono necessari altri studi per determinare se un metodo possa essere più efficace dell'altro nel ridurre gli eventi cardiovascolari maggiori. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
